Ordinaria malagestione dei beni confiscati sul territorio di Castel Volturno

CASTEL VOLTURNO – La valorizzazione sociale ed economica dei beni immobili alla criminalità organizzata ha una valenza paradigmatica rispetto alla capacità di intervento coordinato ed efficace tra istituzioni e società civile. La stessa è stata ribadita addirittura in un Piano nazionale di intervento in quanto porta con se la coesione sociale, che dovrebbe essere il fine – e, al medesimo momento, il presupposto – principale della politica.
Questa capacità di coordinamento efficace tra istituzioni e società civile sul territorio di Castel Volturno è stato attuato grazie all’osservatorio di sui beni confiscati promosso da CSV – Asso.Vo.Ce., dal Comitato Don Peppe Diana e dall’associazione Libera. Nell’ambito delle attività di Focus Group dell’osservatorio, tenutosi 28/02/2016 alla presenza del sindaco e compenti dell’amministrazione, emerse la volontà di istituire un tavolo di concertazione permanente sull’uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata e che vedeva come protagonisti l’ente pubblico e i soggetti del Terzo Settore.

Tale esigenza è stata recepita da una delibera di giunta N° 26 del 05/04/2016 in cui all’art. 2 il tavolo di concertazione è definito “organismo del comune di Castel Volturno… a cui viene assegnato una funzione di supporto del processo pianificatorio e in particolar modo dei bisogni e delle opportunità…nella individuazione delle priorità su cui intervenire e nelle proposte in merito a tali interventi”.

Risultato fondamentale dei lavori del tavolo di concertazione è stata la pubblicazione dell’avviso pubblico per manifestazione d’interesse per l’istituzione di una short list degli aventi diritto all’affidamento dei beni confiscati facenti parte del patrimonio del comune di Castel Volturno. La stessa ha lo scopo di semplificare e velocizzare l’azione amministrativa e di sostenere i progetti volti all’affidamento dei beni confiscati. A conclusione della procedura risultano iscritte alla short list 11 organizzazioni su 35 richieste pervenute. Successivamente, alle organizzazioni iscritte è stato chiesto di presentare progetti di gestione finalizzati al riutilizzo sociale ed economico dei beni confiscati facenti parte del patrimonio del comune di Castel Volturno.

Il tavolo di concertazione, consapevole del suo ruolo e delle sue funzioni, in vista della pubblicazione degli esiti di valutazione dei progetti di gestione, ha chiesto all’ente comune una convocazione dello stesso al fine di supportare il processo pianificatorio ed individuare le aree prioritarie. Purtroppo l’amministrazione comunale ha fatto cadere nel dimenticatoio questa richiesta, evitando così la sua assunzione di responsabilità e delegando il tutto all’apparato tecnico-amministrativo con conseguenze disastrose per tutto il lavoro svolto con pazienza e costanza. Ma procediamo per gradi.

All’atto di pubblicazione degli esiti della manifestazione d’interesse per l’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata si scopre, a malincuore, che su 11 richieste 4 vengono escluse in quanto la loro istanza era inficiata dalla consegna di un “plico non conforme”. Ebbene è opportuno segnalare che in data 13/07/2017 tutti i soggetti iscritti alla short list e dall’assessore alle politiche sociali e al patrimonio hanno deliberato come modalità di presentazione “a mano oppure a mezzo pec”. Mentre il responsabile dei LL.PP. e patrimonio con sua nota del 01/08/2017, giorno di inizio delle vacanze, comunica che le istanze vanno consegnate “a mano” con “plico sigillato con cera lacca o nastro adesivo” e, nonostante nella predetta nota venga citato “come concordato”, disattendendo e non disconoscendo così la volontà dei partecipanti al tavolo e dell’assessore competente. E, come se non bastasse, nonostante alcune organizzazioni escluse abbiano presentato istanze di riesame in sede di autotutela, l’esito della manifestazione d’interesse è stato confermato con esito “che deve essere intuito” senza nessun documento a supporto dello stesso.

Il quadro negativo si è ulteriormente aggravato dal fatto che, nonostante l’esito della prima manifestazione d’interesse non sia ancora stato recepito da un atto formale dell’amministrazione pubblica, si è già provveduto alla ripubblicazione di un’ulteriore short list in data 14/12/2017.
E, nonostante questo quadro così desolante in cui emerge chiaramente l’incompetenza e l’arroganza della macchina amministrativa, la politica non “agisce” ratificando un’atavica assenza di poteri. Innanzitutto perché non si capisce se per la politica i beni confiscati sono un reale “problema” per il territorio e se c’è la volontà di farli gestire, poiché i fatti dicono altro. Vorremmo inoltre sapere perché delle progettualità su beni confiscati in ambito sociosanitario ed avendo come target di riferimento i minori, consci del bisogno che al riguardo esprime il territorio, debbano essere bloccate dalla “cera lacca” e dal “nastro adesivo”.

E, per concludere, vorremmo sempre sapere dalla politica che tipo di progettazione è stata attivata per il bando della Regione Campania a valere su “Avviso pubblico per l’individuazione di interventi finalizzati al riuso e alla rifunzionalizzazione di beni confiscati alla criminalità organizzata”. Di sicuro nella progettazione non sono state coinvolte le organizzazioni assegnatarie della manifestazione d’interesse.